Rinvengo
l'incartamento “prospettiva” allestito qualche
anno fa e accantonato, non ricordo perché. L'argomento è importante
e sempre presente negli studi specialistici di Carlo L. Ragghianti.
La
“prospettiva” consiste nella pratica di rappresentare il
tridimensionale (oggetto, edificio, paesaggio, ecc.) realizzandone la
forma grafica in un piano. Piero della Francesca, nel trattato
De prospectiva pingendi, così la
definisce: “La prospettiva suona nel nome suo come dire cose vedute
da lungi, rappresentate sotto certi dati termini con proporzione,
secondo la quantità delle distanze loro”.
Sembrerebbe,
quindi, un procedimento semplice, tanto che in genere si riscontra
una saputa e beata ignoranza, che evita di distinguere e di
approfondire le parecchie specie di prospettiva.
Non
sono certo io a volermi erigere ad esperto. Ma proprio perché non
sono totalmente estraneo al linguaggio e alle metodologie figurative,
penso che affrontare queste problematiche oggetto di discussione
analiticamente praticata vada spiegata non con metodi e modelli
“superati”, come si suol dire con sufficienza.
Di
conseguenza, siccome – non a caso e con grande sforzo iniziale –
mi considero un modesto allievo di mio padre ritengo che esporre
parte delle riflessioni e degli studi di Carlo L. Ragghianti
sull'argomento “prospettiva” sia opportuno e stimolante
tutt'oggi.
Così
sarà utile ricordare, nel post immediatamente successivo a questo,
Decio Gioseffi (1919-2007) riproducendo il saggio Prospettiva,
pubblicato nel volume Pittura del
Quattrocento in Europa scritto da Licia
Collobi. Questo studio di Gioseffi conclude una lunga serie di
importanti ricerche dell'autore sulla prospettiva, i suoi problemi,
le sue interpretazioni nel tempo, i suoi collegamenti. Per analizzare
pienamente l'originalità e l'importanza delle ricerche prospettiche
di Gioseffi sarà necessario, oltre a ricostruire il ricco percorso
nel tempo sulle fonti assai prestigiose in cui si è svolto, nonché
indagarne i riferimenti puntuali nella copiosa corrispondenza
scientifica intercorsa tra Decio Gioseffi e Carlo L. Ragghianti,
dalla quale in questo post si riportano alcune lettere.
Rammento,
inoltre, che nel blog Ragghianti&Collobi sono già stati postati
alcuni impegnativi studi di Carlo L. Ragghianti. Il 15 marzo 2020
riporta Leonardo, le tre prospettive e
il movimento (Critica d'Arte”, IV s.,
n.16, 1988). In questa pubblicazione postuma – però già
programmata dall'autore – si ha la versione definitiva del testo,
in precedenza pubblicato su “La Nazione” (15 sett. 1984, p.3). La
prima stesura riprodotta dal quotidiano servirà anche per valutare,
oltre l'intento integrativo, anche un esempio di modus
operandi di un processo mentale di
C.L.R.
Il
24 marzo 2020, invece, furono postate due schede di “Critica
d'Arte/Scuola”, rubrica allegata alla IV serie della storica
rivista edita da Panini, Modena. Si tratta di Pluralità
della prospettiva (n.3, ott.-dic. 1984)
e di Prospettiva. Miti e storie
(n.13, apr.-giu. 1987). “Esse costituiscono due esempi di
esplicitazioni di un argomento con intenti didattici, quindi
divulgativi, nell'accezione ragghiantiana del termine”.
In
questo post, come detto all'inizio, pubblicheremo quella parte degli
studi di C.L.R. esplicitamente dedicata o collegata alla prospettiva,
seguendo un ordine cronologico. Per la precisione, si tratta di
Prospettiva creativa
(“SeleArte”, n.20, 1955), Prospettiva
(“SeleArte”, n. 31, 1957), Nuove
pagine di Diario (sulla prospettiva
greco-romana, in “Zodiac”, n.6, 1960), Prospettiva
medievale (“Critica d'Arte”, n.78,
1966).
Da
un primo e non sistematico spoglio della corrispondenza di Ragghianti
presente in Archivio, sono risultati alcuni contributi
sull'argomento. Ciò non esclude, anzi, che in quella miniera
cartacea si trovino altre riflessioni sulla prospettiva.
Come
in tutta l'opera di C.L.R. oltre agli studi specifici pubblicati a sé
stanti in riviste e giornali, bisogna poi considerare – facendo le
opportune ricerche – quanto su un argomento esplicitamente o
implicitamente si trova in altri scritti con titolazione o principali
interessi estranei alla prospettiva, però citata o richiamata.
Ricordo, ad esempio, il volume Pittori
di Pompei, Mondrian
e l'arte del XX secolo, eccetera.
Non
si può dimenticare un caso di notevoli ricerche sperimentali sulla
prospettiva da parte di Ragghianti e di un gruppo di suoi
collaboratori, per di più riportato integralmente in questo blog: il
caso, cioè, della rivista “Sound/Sonda”, riedita nelle seguenti
postazioni: Prolegomeni (30 gennaio 2021); fascicolo 1 (23 febbraio
2021); fascicolo 2 (26 marzo 2021); fascicoli 3-4 (26 aprile 2021);
fascicolo 5 (23 maggio 2021); fascicolo 6 (31 luglio 2021); fascicolo
7 (20 agosto 2021); fascicolo 8 (6 settembre 2021); fascicolo 9 (3
ottobre 2021).
Concludo
elencando gli altri testi presenti nella Bibliografia degli
scritti (UIA, Firenze 1990), ricordata da me con rammarico più
volte perché affrettata, lacunosa, priva di ricerche sistematiche in
biblioteca su riviste e giornali assicurate come esplicate, a causa
di sedicenti esperti del computer che raggirarono chi li doveva
controllare e dirigere. Gli scritti sono:
“1401”.
Studi in onore di Roberto Pane, 1971;
in parte edito in un ciclostile UIA, 1967;
Brunelleschi,
un uomo un universo, 1971 (pp. 139 e
sgg);
Arte
essere vivente, 1984 (pp.174-75);
Basilica
di San Lorenzo a Firenze, Nardini 1984
(pp.39-43);
Arte,
fare, vedere, 2a edizione U.I.A., 1990
(p.92).
Esistono
anche alcuni scritti informativi di Licia Collobi come si evince dal
libro SeleArte – Indice generale 1952-1966 (con CD-Rom,
tecnologia scaduta), edito da Fondazione Ragghianti, Lucca 2003.
Riporto quanto registrato sotto il termine “prospettiva”:
F.R.
(2020/28 febbraio 2025)

