Carlo e Licia

Carlo e Licia

martedì 22 aprile 2025

Computer – Le Arti e l'Uomo – A. Marazza – La “Piccola Intesa” – Sindacato giornalisti – Commenti di Critica d'Arte – Matrimonio Ragghianti – A. Achmatova – A. Cantù – Bramantino – Sacré-Coeur di Parigi.













  1. Computer (2003);
  2. Le Arti e l'Uomo (1968);

  3. Ambrogio Marazza (1950);

  4. La “Piccola Intesa” (1947);

  5. Sindacato giornalisti (1943);

  6. Commenti di Critica d'Arte” (1943);

  7. Matrimonio Ragghianti (1938);

  8. Anna Achmatova (1934);

  9. Arnaldo Cantù;

  10. Bramantino;

  11. Basilica del Sacré-Coeur di Parigi (1874).


1. Computer.





2. Le Arti e l'Uomo: l'educazione artistica.


Come si può constatare nel nostro post del 21 febbraio 2019, l'attività didattica vera e propria nei primissimi tempi dell'esistenza dell'U.I.A. non fu esplicata regolarmente fino all'autunno del 1970. Nel frattempo l'Istituto, concepito e voluto da C.L. Ragghianti prima per Firenze e poi – con propria autonomia – per Venezia, città gemelle quali vittime dell'Alluvione del 4 novembre 1966, organizzava seminari e varie altre attività di ricerca in gruppi selezionati.

Tra le iniziative di attività “provvisoria” avrebbe dovuto aver luogo anche questo Convegno internazionale a Firenze e a Venezia. Il testo del progetto è opera essenzialmente di C.L.R., coadiuvato da Giuseppe Mazzariol.

A me viene da aggiungere che il progetto oggi mantiene un'attualità stimolante.

Purtroppo gelosie e contrarietà politiche resero insuperabile l'ostacolo di reperire quanto necessario a realizzare un'impresa così complessa. Il Partito Socialista, che ufficialmente apprezzava e sosteneva l'iniziativa U.I.A., era paralizzato dalle correnti divise sull'attribuzione del Presidente del Consiglio di Amministrazione, tanto che alla fine – dopo la riunificazione con i socialdemocratici scissionisti dal 1947 – fu indicato l'On. Antonio Cariglia, socialdemocratico calabrese a Pistoia, persona estranea al mondo dell'intellettualità, con particolare sordità nei confronti delle arti figurative.

giovedì 17 aprile 2025

Un libro su C.L. Ragghianti e il M.I.A.C. di Firenze.

Sono già alcune le eleganti pubblicazioni della collana “Quaderni della Fondazione Ragghianti” ideata (2019) da Paolo Bolpagni. L'intento è quello di promuovere la conoscenza dei risultati raggiunti dai borsisti, che hanno svolto ricerche nell'ambito degli archivi della Fondazione Centro Studi sull'Arte Carlo Ludovico e Licia Ragghianti di Lucca.

Non mi scuso per il ritardo con cui relaziono in questo blog circa l'esistenza e la qualità di questi studi. Ciò perché sono convinto che un richiamo a distanza di una iniziativa editoriale possa risultare altrettanto, se non più, efficace di un intervento immediatamente successivo a quelli contemporanei all'uscita del libro.


Giorgia Gastaldon, autrice di Carlo L. Ragghianti e il Museo Internazionale d'Arte Contemporanea di Firenze: Storia di una visione per una città, è dottore di ricerca in Storia dell'Arte (2014) con una tesi su Mario Schifano, e ivi laureata nel 2010. Tra il 2017 e 2018 è stata borsista presso la Fondazione R. di Lucca, e borsista presso la Biblioteca Hertziona – Istituto Max-Planc di St. dell'Arte. E' attiva come curatrice di mostre d'arte contemporanea e ha pubblicato diversi contributi e studi, in particolar modo sulla ricezione della pittura USA in Italia negli anni 50 e 60 del Novecento. Vedo oggi che questa giovane studiosa fa parte attivamente della “Critica d'Arte”, IX serie, edita dalla Fondazione Ragghianti.

Questo libro, che ha inaugurato la collana, mi ha particolarmente interessato in quanto riguarda prevalentemente il progetto di mio padre di dotare la città di Firenze, finalmente, di un Museo d'Arte Contemporanea. (A proposito del M.I.A.C., ideato nei giorni immediatamente successivi all'Alluvione del 4 novembre 1966, in questo blog si veda il post del 15 giugno 2020 e gli Indici della 

nuova serie di “seleArte” riprodotta (1-24) integralmente nel blog). Progetto alle cui fondazione e iniziale attività fui implicato di persona svolgendone anche importanti aspetti iniziali (il tutto, sia chiaro pro bono, per non creare il sospetto di familismo e di conflitto di interessi).

Mi è caro, in proposito, ricordare che compilai ed eseguii editorialmente la faticosa (causa difficoltà tipografiche causate dai danni dell'alluvione) realizzazione del catalogo dell'esposizione delle opere donate in Palazzo Vecchio dal 5 al 15 febbraio 1967. Partecipai anche alla “convulsa” esperienza dell'allestimento delle opere in quello spazio ristretto e storicamente vincolante.

Riproduco infine alcune illustrazioni da questo volume segnalato, assieme ad un gruppo di belle fotografie dell'allestimento della mostra in Palazzo Vecchio. E' con piacere che qui di seguito ricordo lo staff della Fondazione di Lucca che ha curato la realizzazione di questa e delle seguenti pubblicazioni (tutte eccellenti) della nuova collana editoriale.





F.R. (2020/10 marzo 2025)



sabato 12 aprile 2025

Decio Gioseffi: La prospettiva

Questo profilo di storia della prospettiva è stato pubblicato in Storia della pittura dal IV al XX secolo (Vol. IV, Il Quattrocento europeo di Licia Collobi Ragghianti, pp. 244-254).

Gli studi e i contributi sulla prospettiva sono stati costantemente indagati da Gioseffi nell'arco della sua attività; essi sono stati pubblicati in importanti e difusse pubblicazioni. Ricordo qui soltanto alcuni testi che ho sottomano: Perspectiva artificialis. Per la storia della prospettiva. Spigolature e appunti (Trieste, 1957);

Prospettiva [Enciclopedia universale dell'arte, con sul fronstespizio nota manoscritta di C.L.R.: “ottimo, ma represso dalla dottrina (peso dei precedenti)]; Continuità della prospettiva da Democrito a Brunelleschi; Filippo Brunelleschi e la svolta copernicana; Prospettiva e semiologia (dattiloscritto e estratto da La prospettiva rinascimentale. Codificazioni e trasgressioni).

Allego in questo post alcune illustrazioni inerenti la prospettiva dal XV se. Ad oggi, senza intenzioni esemplari ma soltanto documentarie.

F.R.

giovedì 10 aprile 2025

Prospettiva

Rinvengo l'incartamento “prospettiva” allestito qualche anno fa e accantonato, non ricordo perché. L'argomento è importante e sempre presente negli studi specialistici di Carlo L. Ragghianti.

La “prospettiva” consiste nella pratica di rappresentare il tridimensionale (oggetto, edificio, paesaggio, ecc.) realizzandone la forma grafica in un piano. Piero della Francesca, nel trattato De prospectiva pingendi, così la definisce: “La prospettiva suona nel nome suo come dire cose vedute da lungi, rappresentate sotto certi dati termini con proporzione, secondo la quantità delle distanze loro”.

Sembrerebbe, quindi, un procedimento semplice, tanto che in genere si riscontra una saputa e beata ignoranza, che evita di distinguere e di approfondire le parecchie specie di prospettiva.

Non sono certo io a volermi erigere ad esperto. Ma proprio perché non sono totalmente estraneo al linguaggio e alle metodologie figurative, penso che affrontare queste problematiche oggetto di discussione analiticamente praticata vada spiegata non con metodi e modelli “superati”, come si suol dire con sufficienza.

Di conseguenza, siccome – non a caso e con grande sforzo iniziale – mi considero un modesto allievo di mio padre ritengo che esporre parte delle riflessioni e degli studi di Carlo L. Ragghianti sull'argomento “prospettiva” sia opportuno e stimolante tutt'oggi.

Così sarà utile ricordare, nel post immediatamente successivo a questo, Decio Gioseffi (1919-2007) riproducendo il saggio Prospettiva, pubblicato nel volume Pittura del Quattrocento in Europa scritto da Licia Collobi. Questo studio di Gioseffi conclude una lunga serie di importanti ricerche dell'autore sulla prospettiva, i suoi problemi, le sue interpretazioni nel tempo, i suoi collegamenti. Per analizzare pienamente l'originalità e l'importanza delle ricerche prospettiche di Gioseffi sarà necessario, oltre a ricostruire il ricco percorso nel tempo sulle fonti assai prestigiose in cui si è svolto, nonché indagarne i riferimenti puntuali nella copiosa corrispondenza scientifica intercorsa tra Decio Gioseffi e Carlo L. Ragghianti, dalla quale in questo post si riportano alcune lettere.

Rammento, inoltre, che nel blog Ragghianti&Collobi sono già stati postati alcuni impegnativi studi di Carlo L. Ragghianti. Il 15 marzo 2020 riporta Leonardo, le tre prospettive e il movimento (Critica d'Arte”, IV s., n.16, 1988). In questa pubblicazione postuma – però già programmata dall'autore – si ha la versione definitiva del testo, in precedenza pubblicato su “La Nazione” (15 sett. 1984, p.3). La prima stesura riprodotta dal quotidiano servirà anche per valutare, oltre l'intento integrativo, anche un esempio di modus operandi di un processo mentale di C.L.R.

Il 24 marzo 2020, invece, furono postate due schede di “Critica d'Arte/Scuola”, rubrica allegata alla IV serie della storica rivista edita da Panini, Modena. Si tratta di Pluralità della prospettiva (n.3, ott.-dic. 1984) e di Prospettiva. Miti e storie (n.13, apr.-giu. 1987). “Esse costituiscono due esempi di esplicitazioni di un argomento con intenti didattici, quindi divulgativi, nell'accezione ragghiantiana del termine”.

In questo post, come detto all'inizio, pubblicheremo quella parte degli studi di C.L.R. esplicitamente dedicata o collegata alla prospettiva, seguendo un ordine cronologico. Per la precisione, si tratta di Prospettiva creativa (“SeleArte”, n.20, 1955), Prospettiva (“SeleArte”, n. 31, 1957), Nuove pagine di Diario (sulla prospettiva greco-romana, in “Zodiac”, n.6, 1960), Prospettiva medievale (“Critica d'Arte”, n.78, 1966).

Da un primo e non sistematico spoglio della corrispondenza di Ragghianti presente in Archivio, sono risultati alcuni contributi sull'argomento. Ciò non esclude, anzi, che in quella miniera cartacea si trovino altre riflessioni sulla prospettiva.

Come in tutta l'opera di C.L.R. oltre agli studi specifici pubblicati a sé stanti in riviste e giornali, bisogna poi considerare – facendo le opportune ricerche – quanto su un argomento esplicitamente o implicitamente si trova in altri scritti con titolazione o principali interessi estranei alla prospettiva, però citata o richiamata. Ricordo, ad esempio, il volume Pittori di Pompei, Mondrian e l'arte del XX secolo, eccetera.

Non si può dimenticare un caso di notevoli ricerche sperimentali sulla prospettiva da parte di Ragghianti e di un gruppo di suoi collaboratori, per di più riportato integralmente in questo blog: il caso, cioè, della rivista “Sound/Sonda”, riedita nelle seguenti postazioni: Prolegomeni (30 gennaio 2021); fascicolo 1 (23 febbraio 2021); fascicolo 2 (26 marzo 2021); fascicoli 3-4 (26 aprile 2021); fascicolo 5 (23 maggio 2021); fascicolo 6 (31 luglio 2021); fascicolo 7 (20 agosto 2021); fascicolo 8 (6 settembre 2021); fascicolo 9 (3 ottobre 2021).

Concludo elencando gli altri testi presenti nella Bibliografia degli scritti (UIA, Firenze 1990), ricordata da me con rammarico più volte perché affrettata, lacunosa, priva di ricerche sistematiche in biblioteca su riviste e giornali assicurate come esplicate, a causa di sedicenti esperti del computer che raggirarono chi li doveva controllare e dirigere. Gli scritti sono:

  • 1401”. Studi in onore di Roberto Pane, 1971; in parte edito in un ciclostile UIA, 1967;

  • Brunelleschi, un uomo un universo, 1971 (pp. 139 e sgg);

  • Arte essere vivente, 1984 (pp.174-75);

  • Basilica di San Lorenzo a Firenze, Nardini 1984 (pp.39-43);

  • Arte, fare, vedere, 2a edizione U.I.A., 1990 (p.92).


Esistono anche alcuni scritti informativi di Licia Collobi come si evince dal libro SeleArte – Indice generale 1952-1966 (con CD-Rom, tecnologia scaduta), edito da Fondazione Ragghianti, Lucca 2003. Riporto quanto registrato sotto il termine “prospettiva”:



F.R. (2020/28 febbraio 2025)




martedì 1 aprile 2025

Il libro dei sogni, 1865

Sfascicolato per l'uso, trovo in uno scatolone destinato a “cedere/doppi” un volumetto del 1865 intitolato Libro dei sogni che serve per le estrazioni di tutti i nomi del lotto d'Italia “compilato da Pietro G. P. Casamia Veneziano”, edito a Faenza dal tipografo “Angelo Marabini quondam Montanari e Marabini”. Oggi, desolato, vedo che di questo autore veneziano a suo tempo celebre il 16 maggio 2024 è stato riedito Il libro completo della Cabala. Il potere di cambiare ogni cosa. Dati i tempi non c'è da meravigliarsi.

Siccome non sono ancora rimbambito, il motivo per cui inserisco nel blog estratti da questo manuale del gioco d'azzardo è totalmente stocastico, non è certo la compartecipazione. Lo faccio perché penso che sia distensivo e curioso guardare le incisioncine che ornano le farneticazioni del testo: esse risultano un caso di disegno popolare in Italia, dove nel sec. XIX non si sono verificati fenomeni di stampe diffuse come, ad esempio, in Francia.

Dopo essermi chiesto da dove fosse pervenuto tra le mie carte questo libretto di oltre 500 pagine, ritengo di poter affermare con sicurezza che esso è appartenuto al nonno Alberto Collobi (nato Golubic), ingegnere triennale dall'Università di Graz, poi ingegnere edile, spigliato uomo di mondo e giocatore d'azzardo. Nella gioventù e maturità un vero ludopata, per la disperazione di quella vera signora e nobildonna che fu la prima moglie, nonna non conosciuta perché morta nel 1936 di tubercolosi e dolore, e per la riprovazione affettuosa della figlia (mia madre) fin da piccola conscia che nella vita avrebbe dovuto cavarsela per esclusivo merito proprio.

Il lascito di libri di questo nonno, morto da noi a Firenze nel 1963, fu di una ventina di opere: 5 manuali ingegneristici, 8 romanzi pruriginosi, il resto volumi su come attrarre la “fortuna” tramite sogni e segni più o meno cabalistici. Quindi questo libercolo è degno di far parte di questa raccolta, essendo un precursore del secolo precedente particolarmente sfacciato e compulsato di un comportamento tuttora di vasta circolazione semi clandestina, con diffusione umiliante per il cervello raziocinante.

Settantacinque anni fa Carlo L. Ragghianti a Napoli per uno dei suoi ultimi incontri con Bendetto Croce, fu ospitato dal nonno, funzionario della Navalmeccanica IRI, e in un momento di ozio serale compulsò uno dei libri “cercafortuna” del suocero e, presi i debiti appunti, poi a Firenze scrisse uno degli articoli che firmava con lo pseudonimo Lorenzo Ferro. E' stato così che la copia dattiloscritta dell'articolo Smorfia antifascista, di cui tuttora si ignora dove sia stata pubblicato, finì in Archivio, da cui la trassi per postarla in questo blog il 23 giugno 2019.

Questo articolo di mio padre è stato un gustoso divertissement, alla fin fine amaro, data la constatazione d'ordine generale circa la qualità dei propri concittadini al tempo del fascismo (e, purtroppo, anche dopo).

Smorfia antifascista si può collegare anche all'Italia attuale dove, quale araba fenice, la connotazione intima fascista dilaga in tanti politici e persone con punte di virulenza nella sedicente opposizione veramente preoccupanti per fanatismo, regressione etica, collegata al dilagare di “fake news” (assieme alla condivisione dell'equiparazione inaccettabile di nazifascismo e comunismo). Tutto ciò comporta un imbarbarimento con conseguenze catastrofiche.

F.R. (3 marzo 2025)