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giovedì 21 novembre 2024

Jacques Callot.


Nato a Nancy nel 1592, Jacques Callot muore a soli 42 anni nel 1625, con alle spalle sì e no un ventennio di intensa e felice attività. Il suo lavoro lo colloca tra i più grandi incisori di tutti i tempi.

Questo post inizia con i consueti, doverosi e qualificanti interventi di Licia Collobi Ragghianti. Il primo scritto è di carattere generale; seguono due indagini specifiche sull'artista e due particolari (rapporto ideale con Daumier; l'opinione dello storico Focillon De Callot à Lautrec). Tutti pubblicati su “seleArte” (1952-1966), cui si aggiunge dalla seconda serie della rivista (1966-1980) il saggio Intorno a Callot che indaga l'incisore e la sua “cerchia” prevalentemente italiana.

Si propongono, quindi, due scritti dal “Musée des Familles”, il primo una ricostruzione storica del 1842, l'altro, del 1851, è un saggio di Arsène Houssaye (1814-1896), importante poligrafo e collezionista, protagonista di primo piano della cultura francese del secolo. Seguono due disegni di figure da Callot, il secondo pubblicato nel dicembre 1842.

Per quel che pertiene al secolo scorso, il Novecento, ripropongo alcuni contributi di studiosi e critici d'arte dal 1962 al 1993. Si tratta di Jacques Callot als maler (“Die Weltkunst”, 15 oktober 1962) dove si ricorda che Callot fu pittore di una certa qualità. Nonostante abbia perso la prima parte dello studio, ritengo utile ricordare (da “Il quaderno del conoscitore di stampe, 1, 1970) le pagine 56-59, nelle quali si sottolinea l'importanza di distinguere tra la massa dei fogli in circolazione quelli falsi da quelli veri.

Segue, col titolo Masques and Massacres un intervento di Henry Zerner (1939) studioso francese attivo anche negli U.S.A., pubblicato su “Art News” (febbraio 1970). Segue il saggio di Marco Fragonara, critico d'arte morto nel 2015, noto specialista dell'incisione, Lo spettacolo della metamorfosi. Il grottesco in Jacques Callot (“Grafica d'arte”, n.10, 1990). Di Pierre Schneider (1925-2013) critico d'arte e divulgatore belga molto attivo e noto, propongo un estratto della sua recensione pubblicata su “L'Express” (n.40, 1992) in occasione del IV secolo dalla nascita di Callot.


Sempre nel 1992 Mariavittoria Majer su “Famiglia cristiana” (n.40) commenta l'opera dell'incisore, ricordando il Catalogo Mazzotta che vuole puntualizzare Callot ed anche accennando alla Mostra Le incisioni di C. nelle collezioni italiane tenutasi a Pisa nei mesi di settembre e ottobre nel Museo di San Matteo. Ancora Marco Fragonara conclude questa rassegna recensendo, su “Grafica d'Arte” (n.13, 1993) due importanti volumi celebrativi del centenario di Callot, con acribia direi giustificata riguardo la sostanziale banalizzazione di un artista come Jacques Callot.

Conclude questo conciso ricordo una sequenza di opere di Callot, il quale – ripeto – è stato artista piuttosto celebrato ma soprattutto talmente collezionato da aver indotto falsificazioni e – legittime – imitazioni fin dalla sua epoca.

F.R. (15 settembre 2024)


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Opere di Jacques Callot




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