Mi sembra opportuno riproporre la vicenda di oscurantismo clericale che portò in processo un pittore a causa di sue interpretazioni su dettagli del dipinto Cena in casa di Levi (Venezia, Accademia). Si tratta di una sorta di “divertissement” di C.L. Ragghianti ispirato dalla recente pubblicazione della monografia P.V. La cena in casa di Levi (Pizzi, Milano 1952) dell'amico Giuseppe Delogu.
Lo scritto di C.L.R., anonimo come d'uso in “seleArte”, non fu inserito nella Bibliografia degli scritti (U.I.A., Firenze 1990); è però registrato in quella del monumentale P.V. L'opera completa (Alfieri, Venezia S.i.a.p. ma 1976) di Terisio Pignatti.
Nonostante che su Internet abbia riscontrato che questo
episodio della vita dell'artista è stato più volte indagato, anche abbastanza di recente, ritengo che la vicenda narrata da C.L.R. – di larga risonanza allora, di certo indagato ma non citato – abbia il suo spazio di rinnovata conoscenza.
Alle pagine di “seleArte” (n.5, 1953) aggiungo alcuni dettagli del dipinto, compreso un colore nella rivista f.t. Riproduco anche la scheda citata dal vol. del Pignatti, un ritratto e un autoritratto di Paolo Veronese e tre disegni di cui, sul retro della fotografia, C.L.R. ha apposto note manoscritte di precisazione o di attribuzione. Concludo con la riproduzione di un particolare da una Cena del pittore: si tratta di una xilografia dall' “Emporio pittoresco” del 1875 (p.59).
F.R. (30 settembre 2024)