Carlo L. Ragghianti è intervenuto specificamente, scrivendo sull'arte di Massimo Campigli (1895 - 1971), pseudonimo di Max Ihlenfeld, soltanto due volte. Naturalmente citazioni o commenti più o meno approfonditi si trovano all'interno di altri saggi dello storico.
Nella prima testimonianza, intitolata Indicazioni sulla pittura italiana contemporanea (in “Leonardo”, n.3, 1936, p.75), si dedicano all'artista due concise mezze colonne. Nella prima parte del testo C.L.R. individua l'originalità dell'opera pittorica di Campigli, con una apertura di credito analoga – mutatis – a quella, anch'essa di carattere costante, che il critico dedicherà all'analisi dei dipinti di Giorgio Morandi.
Data la severità dei giudizi che l'allor giovane studioso dedicherà in quegli anni a molti dei protagonisti dell'arte italiana del Novecento, quanto espresso in “Leonardo” risulta di straordinaria, positiva comprensione per il lavoro di Campigli. Tanto da non mutare opinione per quel che riguarda la successiva, ricca, copiosa produzione del pittore.
Quindi anche la seconda parte del testo, nella quale si riscontra una severa disanima verso nomi illustri, per contrapposizione C.L.R illumina la coerenza e la qualità stilistica di questo fiorentino-teutonico, nato giornalista, folgorato pittore.
Il secondo intervento sistematico su Campigli da parte di C.L.R. è la seguente scheda critica scritta per il Catalogo della Mostra “Arte Moderna in Italia 1915-1935”. Si tratta di un contributo chiaro ed importante, della cui conclusione voglio qui ricordare un brano: “ [Campigli] dopo l'immersione nel remoto … si proietta interamente in una visione propria, in cui coincidono lo slancio visionario, simbolo tematico favoloso e linguaggio formale che nelle sue paratassi e nelle sue serie di inesausta germinazione e flessibilità è tra quelli di più lirico trasporto nel tempo”. Non meravigli più di tanto se la postazione della scheda di Campigli è stata rimandata, come anche poche altre riguardanti artisti illustri nonché famosi. Ciò è accaduto perché si tratta di post di realizzazione più complessa e problematica degli altri.
Inoltre, in questo caso, ancora una volta ho deciso di contenere la documentazione visiva dei dipinti di Campigli strettamente circoscritta al periodo ufficiale del 1967 in Palazzo Strozzi a Firenze. Questa scelta effettivamente dipende dal fatto che c'è coincidenza tra la formazione dell'artista, il quale inizia la propria attività nel 1920 (e si tenga presente che egli ha ricusato parte del suo lavoro iniziale) riferendosi a stilemi contemporanei (Léger, Tozzi soprattutto) pur pervenendo ben presto ad un mondo espressivo unico, che per un verso marginale lo renderà isolato. Però ciò non sarà un difetto; ma essendo la sua
Nell' “Antologia critica” riporto, oltre ad alcuni italiani, diversi pareri di critici francesi (si ricordi che Campigli ha vissuto gran parte della sua esistenza di pittore in Francia dove è stato considerato un Maestro). Riproduco anche due interventi di Raffaele Carrieri (critico d'arte molto amico dell'artista): il primo è un curioso poemetto del 1942, il secondo è il necrologio che il critico scrisse per il settimanale “Epoca” (13 giugno 1971), di cui era collaboratore abituale.
Stante la statura di questo artista, sul suo dipingere dal 1936 al 1971 verrà successivamente pubblicata nel nostro blog una documentazione presentata da Marcello Venturoli con la scheda Campigli per il Catalogo Mostra “Arte in Italia 1935-55” (1992). Da questo testo strutturato prevalentemente sulla formazione dell'artista, si evince che la continuità “morandiana” di Campigli si svolge all'interno di una problematica stilistica unica. Essa senza cedimenti si svolge per 35 anni, senza ripetizioni pedisseque o senza autocopiature stanche o semplice mestiere, come è avvenuto sovente, ad esempio nel Rosai paesaggista. E' ancora sospesa la decisione se nel suddetto post inserire anche una documentazione di Campigli giornalista subito affermatosi e di scrittore autobiografico e autocritico. Quanto alla grafica del Maestro, spero di essere in grado di postarla nella serie in progettazione, che intende riproporre disegno e varie tecniche incisorie e litografiche che noti artisti italiani hanno operato in maniera eccellente, responsabile ed effettivamente eseguita di propria mano.
F.R. (6 settembre 2024)
Nessun commento:
Posta un commento