Pur essendo perfettamente capace non solo di distinguere ma di tenere separate nel rapporto con le persone l'aspetto simpatetico ed affettivo da quello della valutazione etica da un lato, critica dall'altro (disgiunte o unite), mio padre Carlo L. Ragghianti con alcuni artisti (e alcune persone) ha manifestato particolare affezione. Come nel caso di Emilio Greco. Più raro e fortunato il caso perché nei confronti di questo artista egli aveva già in precedenza approfondito l'interesse critico in modo articolato, stanti le indubbie qualità espressive originali dello scultore siciliano.
Già nel 1963, all'epoca della progettazione per l'amico Bruno Tassi (presidente dell'Associazione Nazionale Assistenza dei bambini spastici) della Cartella “Galleria grafica contemporanea. 50 incisioni originali di Maestri italiani” (Stamperia d'Arte Il Bisonte di Maria Luigia Guaita), C.L.R. propose e impose la data di nascita precedente l'anno 1913 quale “discriminante” tra gli artisti ammessi e quelli non considerati. Anno scelto proprio per poter includere Emilio Greco, il quale nel 1963 compiva cinquant'anni, data simbolica nella vita di ogni adulto.
Data che all'epoca fu contestata e criticata ampiamente per la sua apparente incongruità. Per inciso, ricordo che il senso dell'ironia e dell'humour in C.L.R. erano piuttosto singolari sia nelle valutazioni (ad es. delle barzellette) sia nei contesti pratici che ne fornissero l'appiglio. Ne consegue che questa monografia sul disegno e la grafica di Greco non fu pubblicata nel 1973 per caso.
Ciò premesso, ho voluto postare questo libro per ricordare un grande artista oggi 3 agosto 2024, cioè esattamente 37 anni dopo la morte di mio padre, con immutato rimpianto – al di là dello scontato affetto filiale – per un uomo stimato come studioso apicale di tutti i fenomeni artistici; di un uomo di eccezionale statura intellettuale, esemplare per la moralità ed attività civile e politica; di un uomo, insomma, che oggi appare ancora interessante, convincente, propositivo. Un “innocente” fenomenale in confronto a chi è responsabile del degrado etico e politico di questa nostra povera Patria, ostaggio dei quattro attuali fascismi operanti, apparentemente contrapposti, di fatto congiunti a favore dei privilegi loro e di pochi, cementati dal bieco atlantismo e dalla cleptocrazia.
Insomma, la riproposta di questo fascicolo speciale di “Critica d'Arte” (n.131-132, sett.-dic. 1973) è del tutto incentrata sui disegni e le grafiche di Emilio Greco. Per di più, sono compresi nel volume sia l'eccezionale ed inedita visione di dipinti pittorici dell'artista, sia la traduzione in inglese del testo di C.L.R. (tradotto da Alice Scott Bargellini).
Ricordo, infine, che sull'arte di Emilio Greco, conclamato scultore, e i suoi rapporti con C.L.R. e la sua famiglia sono stati in questo blog pubblicati i post del 22 novembre 2016 (La Grande Bagnante di Emilio Greco) e del 18 ottobre 2018 (Addendum al Catalogo della grafica di E.G.) e quanto pubblicato in “seleArte” (IV serie, 1989-1999) rivista riprodotta integralmente in questo blog. Per la precisione, si tratta del n.5 (1 marzo 1990; postato il 22 dicembre 2016); n.15 (1992, postato il 30 giugno 2017); n.20 (agosto 1994, postato il 9 novembre 2017); n.23 (gennaio 1996, postato il 26 gennaio 2018).
Naturalmente contiamo di riproporre anche gli altri scritti di C.L.R. fin dal 1953 (Catalogo della Mostra a “La Strozzina”). Si tenga, inoltre, presente che diverse valutazioni su Greco sono comparse in scritti di carattere generale o comunque nei quali il lavoro di Emilio Greco è stato considerato o citato, e che in qualche caso sono stati già riproposti in questo blog.
Per quanto riguarda la lunga, complessa e vergognosa (da parte di studiosi retrivi ed istituzioni) vicenda delle “Porte” del Duomo di Orvieto, spero che qualche giovane studioso si senta interessato a ricostruirla nella sua interezza. Ci sono poi da studiare le corrispondenze di C.L.R., Licia Collobi R., e Francesco Ragghianti con Emilio Greco e nella Fondazione di Lucca e nel nostro Archivio tutt'ora inedite, così come – credo – la documentazione nella Fondazione Greco di Roma.
Ho constatato, marginalmente, che in questo periodo il mercato del valore economico delle opere degli artisti del secondo Novecento è crollato con contingenti speculazioni al ribasso clamorose che coinvolgono persino l'arte di Emilio Greco.
L'incongruenza, l'ingiustizia nei confronti di un caro amico ha contribuito a indurmi a ricordare in questa sede un aspetto non marginale dell'impressionante percorso creativo di Emilio Greco.
Certamente sono consapevole, ed estraneo, del fatto che il “mercato” e la valutazione economica delle opere d'arte sono un aspetto sociale opinabile, capricciosamente mutabile. Però ne consegue che se anche la valutazione, l'interpretazione critica e storica è ovviamente dialettica, quindi modificabile, essa invece avviene “per gradus” e motivatamente. Tuttora, comunque, Emilio Greco nella storia dell'arte è un Maestro importante e originale, e la sua attività resta autenticamente protagonista della cultura figurativa internazionale.
F.R. (27 luglio 2024)
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