Carlo e Licia

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venerdì 5 luglio 2024

Cucina toscana, 1. Antipasti e salse.

A una certa età si tende ad essere persone serie. Sì ma per necessità, per mancanza d'alternative. In certi casi se qualcuno si ribella al proprio status senile si è presi per pazzi e, non di rado, internati nei lager analoghi per ipocrisia a quelli all'ingresso dei quali campeggiava la scritta "Arbeit Macht Frei". Ho tentato in passato con scarso successo – in vero di fronte al naufragio di visualizzazioni del post –, di proporre illustri vignettisti e un paio di altri interventi "leggeri" sempre legati all'umorismo. Scoraggiato non ho insistito. Pentito, più che altro per particolari motivi depressivi, ho deciso di riaprire questa parentesi, la quale oltretutto ha il pregio di essere meno affaticante e complessa di tanti altri casi in cui dietro una banale presentazione c'è stato un lavoro impegnativo di preparazione e realizzazione.

Dopo cena, guardando oziosamente la parete che perfino in cucina è oscurata da una libreria totalmente occupata da volumi di cucina, gastronomia, enologia, gourmandises dal vegano alla sincope glicemica, uricemica e malanni associati, ho visto il libro del pittore Guido Peyron e pensato "questo lo scannerizzo". Siccome la prima norma di un redattore (anche pensionato al minimo) è quella di fare controlli, ho poi verificato che non molto tempo fa le incursioni originali di Peyron sono state riedite in facsimile.

Allora il cervello è ripiegato su una realizzazione editoriale impostata e realizzata per la Nuova Vallecchi, quando assieme all'amico e collega Adriano Gasparrini gestivamo la Sigla srl, una azienda editoriale con contratto di sussidiarietà da parte della Vallecchi che ci incaricava di realizzare opere per suo conto. 

Oltre a ciò realizzammo come editori in proprio alcuni libri gestendone anche la parte tecnica, dall'acquisto della carta alla rilegatura. Quest'opera, presuntuosamente intitolata La vera cucina toscana in prima istanza era distribuita in fascicoli nelle edicole, quindi stampata in volume, venduta anche col sistema rateale.

L'opera si può considerare figlia di Adriano Gasparrini, il quale si fece in quattro per realizzarla al meglio. Procurò al giovane ottimo fotografo Francesco Ricasoli tutti i materiali per le immagini: dalla verdura fresca ad altri cibi, dalle stoviglie agli arredi, persino al contenuto dei piatti cotti, da vari trattori e ristoratori nonché da sua moglie Anna (non solo i mitici tortelli mugellani) la quale presumo che da quell'esperienza ordinaria decise di diventare da madre di famiglia che cucina, cuoca a tutti gli effetti, realizzando una vocazione latente, gestita poi con una cucina di attrezzatura oserei dire professionale. Io mi occupai soprattutto della cura dei testi, dell'impaginazione e del desk.

Siccome l'opera era stata concepita con corredo di testi di Piero Ugolini, che non saprei come rintracciare, ho pensato che le divagazioni aneddotiche, a volte ricordo discusse con Adriano, alla fin fine non rientrarono nel carattere estraniante dalle preoccupazioni, mentre le ricette sono formula che stimolano le endorfine, quindi risultano rallegranti. In definitiva, quindi, in questo post si ripropongono ricette di cucina toscane corredate da gradevoli (oltre che tecnicamente ineccepibili) immagini concretizzanti il flusso immaginifico suscitato dalla ricetta.

F.R. (6 maggio 2024)

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