
Post Precedenti:
1. RAFFAELE MONTI ( I ) - 16 giugno 2018
2. IDA CARDELLINI (LORENZO VIANI) - 28 settembre 2018
3. UMBRO APOLLONIO (NATHAN, BIROLLI) - 19 settembre 2019
4. MARCELLO AZZOLINI (GUERRINI, CHIARINI, VESPIGNANI). 6 ottobre 2019
5/I. FORTUNATO BELLONZI (BOCCHI, D'ANTINO). 12 novembre 2019
5/II. FORTUNATO BELLONZI (MORBIDUCCI, SAETTI). 28 dicembre 2019
6. ALDO BERTINI (CREMONA, MAUGHAM C., PAULUCCI). 22 gennaio 2020.
7. ANNA BOVERO (BOSWELL, CHESSA, GALANTE). 5 febbraio 2020.
8. SILVIO BRANZI (SCOPINICH, BALDESSARI, NOVATI, SPRINGOLO, RAVENNA, KOROMPAY, ZANINI). 23 febbraio 2020.
9. GIOVANNI CARANDENTE (COMINETTI, MARINI). 4 marzo 2020.
11. ENRICO CRISPOLTI, I (BALLA, EVOLA, ALIMANDI, BENEDETTA). 2 aprile 2020.
12. ENRICO CRISPOLTI, II (COSTA, DIULGHEROFF, DOTTORI, FILLIA). 6 aprile 2020.
13. ENRICO CRISPOLTI, III (ORIANI, PANNAGGI, PRAMPOLINI, MINO ROSSO), 10 aprile 2020.
Per
ciò che riguarda la complessa personalità di Italo Cremona
(!905-1979), pittore,scenografo, costumista, scrittore, studioso e
critico d'arte, protagonista del cinema torinese e poi romano,
rimando al nostro post del 22 gennaio 2020. In esso, presentata da
Aldo Bertini, la sua attività è analizzata in relazione alla Mostra
Arte Moderna in Italia 1915-1935.
Nel
presente post Cremona è autore della scheda (probabilmente in un
primo tempo affidata a Aldo Bertini) su Mario Reviglione, di cui –
come collezionista – possedeva l'opera più nota, Ritratto di
Amalia Guglielminetti, presente
in mostra. Sempre su Reviglione è di Cremona il testo che segue la
scheda e le ulteriori illustrazioni che documentano l'attività del
pittore vissuto dal 1883 al 1965.
Non
per acribia ma per analisi logica mi viene il sospetto che la scheda
Reviglione in realtà sia una sintesi redazionale del testo più
esteso, diffuso scritto in precedenza da Cremona per commemorare la
morte dell'amico pittore avvenuta l'anno precedente. Il tutto con
l'approvazione sia di Bertini che di Cremona, amicissimi dai tempi
sodali in Accademia Albertina.
Effettivamente
si può sostenere con Cremona che il Ritratto della
Guglielminetti è “quasi emblematico di un'epoca”.
Al
riguardo ricordo che spesso nelle coinvolgenti e vivaci cene che
cinque, sei volte l'anno – tra il 1952 e il 1965 – radunavano al
desco dei miei genitori Edoardo e Marghè Detti, Eugenio Luporini
(poi con la giovane moglie Luisa) e saltuari o diversi altri
commensali, quasi sempre c'era un “siparietto” di nostalgici
ricordi (generalmente introdotto da Eugenio) di Lucca e poi dei “bei
tempi che furono”. Questi ultimi vertevano spesso sul fascino
ammaliatore di quella scrittrice torinese.
Dato
che oggi credo (e spero, comunque) non si indugi più con le melense
“nostalgie” di apprezzamento e di indulgenza per gli opachi anni
crepuscolari di Guido Gozzano (1883-1916) e ancor meno per le
deviazioni morali e sessuali del D'Annunzio, forse dedicare
prossimamente un post a quella protagonista del demi-monde
prima del e durante il fascismo, potrà risultare informazione
interessante. Se non altro a dimostrazione che le bas-bleu
(letterate saccenti) di oggi non
sono sostanzialmente differenti da quelle di inizio e sviluppo del
Novecento.
F.R.
(24 gennaio 2020)
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